Musique d’Italie




Quelques chanteurs italiens à texte

1 – Fabrizio De Andrè

Fabrizio De Andrè, est un auteur compositeur et interprète italien qui naquît le 18 février 1940 et mourût le 11 janvier 1999.

Titre de la chanson Anime Salve (Âmes Sauvées) tirée d’un album éponyme, sorti en 1996, qui fût le treizième et dernier album enregistré en studio du chanteur.

Le texte de la chanson - Anime salve - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Mille anni al mondo mille ancora
che bell’inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate

canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d’amore

senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde

spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate

saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora

che bell’inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni

mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani

che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell’inganno sei anima mia

e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia

 




2 – Francesco De Gregori

Né à Rome en 1951, Francesco De Gregori est un auteur-compositeur-interprète italien, ou cantautore, qui a marqué de manière indélébile la musique italienne depuis plus de 45 ans. Parmi ces succès musicaux, Rimmel est sa chanson emblématique et incontournable, c’est-à-dire celle que tous les italiens connaissent et qui a contribué à sa popularité et à son succès.

 

RIMMEL de Francesco De Gregori (1975)

Le texte de la chanson - Rimmel - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

E qualcosa rimane, fra le pagine chiare
E le pagine scure
E cancello il tuo nome dalla mia facciata
E confondo i miei alibi e le tue ragioni
I miei alibi e le tue ragioni

Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente
Ma uno zingaro è un trucco
E un futuro invadente, fossi stato un po’ più giovane
L’avrei distrutto con la fantasia
L’avrei stracciato con la fantasia

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
E la mia faccia sovrapporla
A quella di chissà chi altro, oh
Ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo
Li puoi nascondere o giocare come vuoi
O farli rimanere buoni amici come noi

Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
Se per caso avevo ancora quella foto
In cui tu sorridevi e non guardavi
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
E sulla tua persona
E quando io, senza capire, ho detto sì
Hai detto « E’ tutto quel che hai di me »
È tutto quel che ho di te

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
E la mia faccia sovrapporla
A quella di chissà chi altro, oh
Ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo
Li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
O farli rimanere buoni amici come noi

 

3 – Lucio Dalla

Lucio Dalla était né le à Bologne et décédé le à Montreux (Suisse). Il était un chanteur, musicien (piano et clarinette) et compositeur italien. Il composa et interpréta près de 400 chansons,  dont l’incontournable « Caruso » qui connut un succès planétaire.

 

Le texte de la chanson - Caruso - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

 

Qui dove il mare luccica
E tira forte il vento
Su una vecchia terrazza
Davanti al Golfo di Surriento
Un uomo abbraccia una ragazza
Dopo che aveva pianto
Poi si schiarisce la voce
E ricomincia il canto

Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai

Vide le luci in mezzo al mare
Pensò alle notti là in America
Ma erano solo le lampare
Nella bianca scia di un’elica
Sentì il dolore nella musica
Si alzò dal pianoforte
Ma quando vide la luna uscire da una nuvola
Gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
Quelli occhi verdi come il mare
Poi all’improvviso uscì una lacrima
E lui credette di affogare

Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai

Potenza della lirica
Dove ogni dramma è un falso
Che con un po’ di trucco e con la mimica
Puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
Così vicini e veri
Ti fan scordare le parole
Confondono i pensieri
Così diventa tutto piccolo
Anche le notti là in America
Ti volti e vedi la tua vita
Come la scia di un’elica
Ma sì, è la vita che finisce
Ma lui non ci pensò poi tanto
Anzi si sentiva già felice
E ricominciò il suo canto

Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai

Te voglio bene assaje
Ma tanto tanto bene sai
È una catena ormai
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai

Paroliers : Lucio Dalla
Paroles de Caruso © Sony/ATV Music Publishing LLC, Universal Music Publishing Group

4 – Giorgio Gaber

 

gaber

 

 

 

 

 

 

Io se fossi dio

Le texte de la chanson - Io se fossi Dio - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Io se fossi Dio
e io potrei anche esserlo
sennò non vedo chi.
Io se fossi Dio
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
non sarei mica un dilettante
sarei sempre presente.
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare
appunto cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese
com’è noioso
non commette mai peccati grossi
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l’errore piccolino
non lo conti o non lo veda.
Per questo
io se fossi Dio
preferirei il secolo passato
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico
dove si odiava e poi si amava
e si ammazzava il nemico.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione.
Io se fossi Dio
sarei sicuramente molto intero e molto distaccato
come dovreste essere voi.
Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbe’, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio
non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po’ meglio.
Infatti non è mica normale che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India
c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna
che viene da dire
« Ma dopo come fa a essere così carogna? »
Io se fossi Dio
non sarei ridotto come voi
e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante.
Purtroppo l’occasione di morire simpaticamente
non capita sempre
e anche l’avventuriero più spinto
muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto.
Io se fossi Dio
farei quello che voglio
non sarei certo permissivo
bastonerei mio figlio
sarei severo e giusto
stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto
e se potessi
anche gli africanisti e l’Asia
e poi gli americani e i russi
bastonerei la militanza come la misticanza
e prenderei a schiaffi
i volteriani, i ladri
gli stupidi e i bigotti
perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio
appiccicano al muro tutti.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Finora abbiamo scherzato.
Ma va a finire che uno
prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori
tutto quello che gli sembra giusto.
E a te ragazza
che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese è solo un po’ coglione
che quell’uomo è proprio un delinquente
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia.
Io come Dio inventato
come Dio fittizio
prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico:
speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo, cara figlia.
Così per i giornali diventa
un bravo padre di famiglia.
Io se fossi Dio
maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti
che certamente non sono brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare delle libertà che avete
avete ancora la libertà di pensare
ma quello non lo fate
e in cambio pretendete la libertà di scrivere
e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate
senza tremare un momento.
Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano.
Sì, vabbe’, lo ammetto
la scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia
ma io se fossi Dio
di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione della democrazia.
Ma io non sono ancora
del regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
nel regno dei cieli non vorrei ministri
né gente di partito tra le palle
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
che poi è un gioco di forza ributtante e contagioso
come la lebbra e il tifo
e tutti quelli che fanno questo gioco
c’hanno certe facce che a vederle fanno schifo
che sian untuosi democristiani
o grigi compagni del Pci.
Son nati proprio brutti
o perlomeno tutti finiscono così.
Io se fossi Dio
dall’alto del mio trono
vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare Platone
che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
che scivola sulle parole
anche quando non sembra o non lo vuole.
Compagno radicale
la parola compagno non so chi te l’ha data
ma in fondo ti sta bene
tanto ormai è squalificata
compagno radicale
cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
ti muovi proprio bene in questo gran casino
e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio
dall’altra si riempiono le galere
di gente che non c’entra un cazzo.
Compagno radicale
tu occupati pure di diritti civili
e di idiozia che fa democrazia
e preparaci pure un altro referendum
questa volta per sapere
dov’è che i cani devono pisciare.
Compagni socialisti
ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
compagni socialisti
con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro
coi vostri uomini aggiornati
nuovi di fuori e vecchi di dentro
compagni socialisti, fatevi avanti
che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti
fatevi avanti col mito del progresso
e con la vostra schifosa ambiguità
ringraziate la dilagante imbecillità.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
non avrei proprio più pazienza
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombe per il Giudizio universale.
Voi mi direte: perché è così parziale
il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe
per gli attentati, i rapimenti
i giovani drogati e per le bombe.
Perché non è comparsa ancora l’altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
cioè solo l’immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio
sarei anche invulnerabile e perfetto
allora non avrei paura affatto
così potrei gridare, e griderei senza ritegno
che è una porcheria
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia.
Ecco la differenza che c’è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo
e forse facciamo più schifo che spavento
di fronte al terrorismo o a chi si uccide c’è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti sarei severo come all’inizio
perché a Dio i martiri
non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.
E se al mio Dio che ancora si accalora
gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista
diventa l’unico statista.
Io se fossi Dio
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
di vent’anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio
un Dio incosciente, enormemente saggio
c’avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era.
Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamente
io se fossi Dio
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio
non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.
E allora
va a finire che se fossi Dio
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io.




5 – Francesco Guccini

Francesco Guccini est né le à Modène, en Émilie-Romagne. Il est considéré comme l’un des auteurs-compositeurs-interprètes italien majeurs.

Le texte de la chanson - La locomotiva - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l’immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli…

Conosco invece l’epoca dei fatti, qual’ era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere,
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch’ esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti…

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite..

Ma un’ altra grande forza spiegava allora le sue ali,
parole che dicevano « gli uomini son tutti uguali »
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l’ aria
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia…

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione:
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava un treno pieno di signori,
pensava un treno pieno di signori,
pensava un treno pieno di signori…

Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore…

E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’ acciaio,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno…

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura…

Correva l’ altro treno ignaro e quasi senza fretta,
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
« notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno… »

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
« Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria! »

E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l’ immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice,
della grande consolatrice,
della grande consolatrice…

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta…
con l’ ultimo suo grido d’ animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava…

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ ingiustizia!

6 – Claudio Baglioni

Claudio Baglioni est un chanteur italien né à Rome le 16 mai 1951.

Le texte de la chanson - Tu come stai - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

ho girato e rigirato
senza sapere dove andare
ed ho cenato a prezzo fisso
seduto accanto ad un dolore
E tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?

E mi fanno compagnia quaranta amiche… le mie carte;
anche il mio cane si fa forte
e abbaia alla malinconia
E tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?

Tu come vivi, come ti trovi
chi viene a prenderti?
Chi ti apre lo sportello
Chi segue ogni tuo passo?
Chi ti telefona
e ti domanda adesso.Tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?

Ieri ho ritrovato le tue iniziali nel mio cuore,
non ho più voglia di pensare e sono sempre più sbadato…
E tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?

Tu cosa pensi?
Dome cammini?
Chi ti ha portato via chi scopre le tue spalle?
Chi si stende al tuo fianco?
Chi grida il nome tuo?
Chi ti accarezza stanco…

Tu come stai?
Tu come stai?
Tu come stai?

Tu come stai?
Non è cambiato niente no.
Il vento non è mai passato tra di noi, tu come stai?
Non è accaduto niente, no.
Il tempo non ci ha mai perduto, no.
come stai? Tu come stai?…

 

7 – Lucio Battisti

Lucio Battisti, né le à Poggio Bustone et mort le à Milan, est un auteur-compositeur-interprète italien de musique pop. Il a publié, entre 1969 et 1994, 22 albums.

 

Le texte de la chanson - Ancora tu - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Ancora Tu non mi sorprende lo sai
Ancora Tu ma non dovevamo vederci più
E come stai, Domanda inutile
Stai come me e ci scappa da ridere
Amore mio hai già mangiato o no
Ho fame anch’io e non soltanto di te
Che bella sei sembri più giovane
O forse sei solo più simpatica
Oh lo so cosa tu vuoi sapere…
Nessuna no ho solo ripreso a fumare…

Sei Ancora Tu purtroppo l’unica
Ancora Tu l’incorregibile
Ma lasciarti non è possibile
No lasciarti non è possibile
Lasciarti non è possibile
No lasciarti non è possibile
Sei Ancora Tu purtroppo l’unica
Sei Ancora Tu l’incorregibile
Ma lasciarti non è possibile
No lasciarti non è possibile

Lasciarti non è possibile

No lasciarti non è possibile

Disperazione gioia mia
Sarò Ancora Tuo sperando che non sia follia
ma sia quel che sia
abbracciami amore mio
abbracciami amor mio
Ché adesso lo voglio anch’io
Ancora Tu, non mi sorprende lo sai
Ancora Tu, ma non dovevamo vederci più
E come stai? Domanda inutile
Stai come me e ci scappa da ridere
Amore mio hai già mangiato o no
Ho fame anch’io e non soltanto di te
Che bella sei sembri più giovane
o forse sei solo più simpatica

8 – Paolo Conte

Paolo Conte, né le à Asti (dans le piémont), est un chanteur, auteur-compositeur-interprète, parolier et instrumentiste italien fortement influencé par le jazz et le blues. Ses morceaux les plus célèbres sont notamment Come di, Via con me, Un gelato al limon, Diavolo rosso, Gli impermeabili, Max, Dancing, Sotto le stelle del jazz et Sparring Partner.

 

Le texte de la chanson - Intimità - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Tu stai guardandomi
Tu stai cullandomi
Tu stai pensandomi

Ma non vuoi perdonare
Parlare a questo cuore
Guidare questo amore

Che sta chiamandoti
Che sta illudendosi
Che sta pregandoti

Quindi un prete azzurro
Aria di melarancia
La Francia, come parla

Il gioco dei segreti
Degli occhi addolorati
Dei nostri abbracci muti

Tu stai guardandomi
Tu stai pensandomi
Tu stai cullandomi

 

9 – Gianmaria Testa

Gianmaria Testa, né le à Cavallermaggiore, dans la province de Cunéo, dans le Piémont, et mort le à Castiglione Falletto , est un chanteur italien. Il est issu d’une famille d’agriculteurs qui, aimant la musique et le chant, l’encouragent à étudier la musique. Autodidacte, Testa choisit la guitare comme instrument et commence à composer dès les premiers rudiments maîtrisés, tout en continuant parallèlement son métier de chef de gare à Cunéo (profession qu’il a cessé d’exercer en avril 2007). Il vivait à Castiglione Falletto, petit village du Piémont.

 

Le texte de la chanson - Lasciami andare - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Non sono venuto per salutare
che io non lo conosco
il tono giusto del saluto
e nemmeno le parole
per la circostanza
e dove mettere le mani
dove guardare
quale muro della stanza
guardare
non sono venuto per salutare

non sono venuto per salutare
perché io non lo capisco
il tempo giusto del saluto
che trova le parole
e toglie la distanza
e poi libera le mani
lascia guardare
di là del muro di una stanza
guardare
non sono venuto per salutare

non torneremo mai
sui nostri passi mai
non ci sarà più posto
neanche di nascosto
nei giorni andati mai

non torneremo più
o solo a ricordare
che il tempo del ricordo
è il tempo del ritardo
e non fa ritornare
lasciami andare

non sono venuto per salutare
però adesso lo riconosco
il tono giusto del saluto
e conosco le parole
per la circostanza
e posso stringere le mani
e riesco a guardare
qualunque muro di una stanza
guardare?

non torneremo mai?

 

 

10 – Vinicio Caposella

Vinicio Capossela est un musicien multi-instrumentiste italien et chanteur, né à Hanovre (Allemagne) le 14 décembre 1965. Il tire son inspiration musicale de divers styles, notamment des musiques Folk ou rock et du monde du cabaret.

 

Le texte de la chanson - Come una rosa - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Con una rosa hai detto
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te.
muoio per te.
con una rosa sono venuto a te

Bianca come le nuvole di lontano
come una notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te

Gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te

Sospirano nell’aria le rose spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
rosso non è l’amore
bianco non è il dolore
il fiore è il solo dono che porto a te

Rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l’attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te

Come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te

Lacrime di cristallo l’hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor
Portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell’amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dolore
prefetto dal dono che fa di sè

11 – Angelo Branduardi

Né le 12 février 1950 à Cuggiono, proche de Milan, Angelo Branduardi est un auteur, compositeur et interprète italien. Après avoir étudié le violon au conservatoire de Gênes, il publie son premier album en 1974. Il se fera d’accord connaître en France dans le début des années 1980, où il obtient deux disques d’Or grâce aux chansons « La Demoiselle » et « Va où le vent te mène », les paroles françaises étant signées Étienne Roda-Gil. Ses musiques sont largement inspirées des œuvres médiévales ou baroques.

 

 

Le texte de la chanson - Confessioni di un malandrino - en italien (cliquez ici pour voir le texte)

Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume
così mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell’ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende
scampi alle punte del forcone.

Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora con le scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.

Voglio bene alla patria
benché afflitta di tronchi rugginosi
m’è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all’ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d’Aprile,
sembra quasi che l’acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.

Dal nido di quell’albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.

Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po’ di pane
e si mangiava come due fratelli
una briciola all’uomo ed una al cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.

Buona notte alla falce della luna
sì cheta mentre l’aria si fa bruna,
dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte è così tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.

O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.

 

12 – Nuova Compagnia di Canto Popolare (NCCP)

Nuova Compagnia di Canto Popolare ou NCCP est une formation musicale napolitaine créée à la fin des années soixante. Nuova Compagnia di Canto Popolare a tenu a préserver l’authenticité de la musique traditionnelle du peuple de la région de campanie et d’en poursuivre les valeurs. NCCP s’inspire d’un style musicale et littéraire appelé Villanella. D’origine italienne, la villanelle, de l’italien villanella dérivant du latin villanus (paysan), est, en littérature, une sorte de petite poésie pastorale à forme fixe et divisée en couplets qui finissent par le même refrain. En musique, c’est une ancienne danse rustique accompagnée de chant ainsi qu’une mélodie, un air d’instruments composé sur le modèle de cette danse.

 

Le texte de la chanson « Coro Delle Lavandaie » est  en dialecte napolitain (désolé pour l’entorse linguistique, mais un tel morceau ne peut qu’être partagé), nous avons donc décidé de ne pas l’afficher.